sabato 29 maggio 2010

L'avvento dell'IO




Intervento di Paolo Bolognesi alla riunione dei gruppi di lavoro dei genitori della Scuola Aurora di Cittadella il giorno 28 maggio 2010, venerdì.

La Scuola, cosa è?

La scuola è uno strumento educativo, ovvero un organismo capace di tirar fuori dal bambino ciò che egli è interiormente. Con quale obiettivo? Perché è cosi importante tirar fuori, cioè “educare” un bambino?

Portando alla sua coscienza ciò che egli è interiormente noi portiamo qui sul pianeta la Sua parte spirituale, quella che la “natura” da sola non può e non riesce a portare.

Il corpo fisico e il corpo eterico posso dire “funzionano” in maniera autonoma rispetto alla volontà del singolo individuo: tutti i processi vitali che con intelligente saggezza governano il corpo fisico sono processi che avvengono senza l’intervento diretto della volontà del bambino. Così una parte dei processi animici, che fino ad un certo punto sono così simili a quelli dell’animale. Per tutto ciò che concerne la nascita, la crescita, il sonno, l’impulso alla riproduzione, la morte le forze agenti nell’individuo sono compenetrate di saggezza; la saggezza compenetra ogni più piccolo atto della natura.

Il Pianeta terra è compenetrato di saggezza.

A cosa serve quindi “educere”, cioè “tirar fuori” ? La saggezza della natura non è di per sé sufficiente? La risposta è che l’Uomo, essere divino con una qualità in più rispetto alle gerarchie spirituali, ha un compito molto particolare che soltanto con un forte atto di volontà può compiere: portare sul pianeta la LIBERTA’.

La libertà non è un elemento esistente “di natura”, è una parte del mondo spirituale che spetta all’Uomo portare sul pianeta terra, e quindi nell’intero universo.

Tale facoltà si può sviluppare solo con un lavoro dell’IO da parte del singolo individuo. La scuola agisce affinché l’Io di ogni bambino possa giungere ad operare sulla terra, possa liberamente agire.

…”Nell’IO l’Uomo riassume tutto quanto egli esperimenta come entità corporea e animica. Corpo ed anima sono i portatori dell’IO; in essi l’IO opera. Come il corpo fisico ha il suo centro nel cervello, così l’anima ha il suo centro nell’IO… (da Teosofia di Rudolf Steiner).

Non c’è un meccanismo di natura che permetta all’IO di manifestarsi e quindi di trasformare la vita da automatismo pieno di saggezza a libera azione. In un futuro, non troppo lontano, l’IO sarà ben visibile ad ogni essere umano, ma per ora è compito della Scuola portare l’IO nella vita di tutti i giorni. L’IO è già Libertà poiché, non vincolato ad automatismi di natura potrebbe decidere e quindi fare ogni cosa, anche “contro natura”, per assurdo. Cosa impossibile per un minerale, un fiore o un animale. Essi non sono liberi, sono perfetti nella saggezza che li governa. L’Uomo invece ha la possibilità di liberarsi dalla saggezza incontrollata donando al pianeta la LIBERTA’.

Con la libertà, per chi già l’ha ottenuta, nel pensare, sentire e volere, sorge l’elemento della RESPONSABILITA’: chi decide?

Non più la natura, con la sua meravigliosa saggezza, ma “altro”, altra logica, altro sentimento, altra volontà. Il primo atto dell’IO è la capacità di vedere l’Uomo di cui è parte. Steiner chiama questo primo momento il “Guardiano della soglia” (il piccolo guardiano della soglia, poiché ve ne sono due ed il secondo è assai più importante quanto meno aberrante del primo). L’Uomo, con l’avvento dell’IO, esce dal sonno, dalla Maja. L’Uomo vede cosa egli veramente è, non quello che faticosamente appariva ogni giorno.
Ciò che è.

Vede le forze primordiali agire, proprio quelle forze che la natura utilizza: è come aprire le viscere di se stesso scoprendo dentro la parte più esterna, visibile, avvolta dalla pelle, avvengono processi indubbiamente “miei” ma dei quali non avevo mai avuto cosciente percezione. Ed oltre ai processi vitali, eterici, che gestiscono il fisico, l’IO vede i processi animici che agiscono nel quotidiano per la sopravvivenza interiore dell’essere Umano nei suoi rapporti con gli altri esseri umani. Vi posso assicurare che “vedere” tutto questo è veramente stomachevole, eppure è la realtà: scoprire che la mia sopravvivenza accetta l’omicidio come condizione normale è ad esempio per me stato sconvolgente. Eppure ogni volta che mastico carne morta animale accetto che io o un altro essere umano usi il potere di uccidere per la mia sopravvivenza. Ma quanti sarebbero disposti ad ammettere che la loro vita è quella da salvare, anche a costo di ucciderne altre?

Fino a quando l’IO non agisce e cioè fino a quando non c’è la LIBERTA’ l’essere umano agisce grazie alle forze di saggezza che compenetrano il suo eterico (esse comprendono l’uccisione in nome della sopravvivenza ad esempio). Spiritualmente, il dormiente, si lega ad una visione di se stesso migliore possibile, visione che nella nostra cultura attuale contempla “diritti”, “doveri” (l’equilibrio tra questi è definito comunemente “libertà”) e un’immagine di altruismo che soddisfi il “voler bene”. Queste cose sono giocattoli di scarsa qualità per l’IO. La potenza dell’IO non ha alcun paragone con diritti, doveri e il concetto di libertà comunemente diffuso. L’IO non agisce secondo regole sociali, l’IO non ha padroni, non ha leggi, non ha limiti, non ha vincoli. E’ infatti ritenuto pericolosissimo e da secoli combattuto da tutte le organizzazioni arimaniche, quelle che amano l’ordine e la libertà in senso politico del termine. Infatti gestire l’IO di un altro è impossibile.
Come dicevo poco fa, l’IO innanzitutto, al suo apparire, scopre cosa è l’essere umano del quale è parte. Poi scopre che attorno a sé agiscono altri IO, quelli di ogni essere umano che incontra.

C’è un’alternativa alla vita saggia ed organizzata, quindi nella sua automazione armoniosa ma addormentata rispetto all’IO?

E’ l’incontro dell’Io con un altro IO. Guardate che accettare l’altro è un gesto molto spirituale. Accettare l’altro è un gesto da IO, non da NOI.

L’IO solo ha questa libertà, come ha la libertà di eliminare l’altro, isolandolo e di fatto isolando se stesso. La libertà di incontrare l’altro, di accettarlo, di amarlo e di produrre il numero 3 dalla somma di 1 + 1 !

Questo è innaturale, è UMANO!

Quanto più l’Umano porterà questa dinamica nella vita quotidiana, tanto più il pianeta compenetrerà tale azione spirituale facendola sua. L’Uomo avrà così vinto le forze del serpente. L’Immagine della Vergine Maria è perfetta in questo senso, quando con il piede non uccide ma governa il serpente.

La Scuola prepara i bambini a scoprire il proprio IO e a convivere con la possibilità di amare che è dell’IO ma non è automatica nell’IO. E’ una scelta nella vita di ogni singolo individuo.

L’avvento dell’IO è stato iniziato dall’azione di Kristos e posso dire che ora è imminente un salto evolutivo del pianeta. Le vere forze che agiscono sul mondo saranno presto rese coscienti a tutti. Quando ad esempio guarderemo un oggetto costruito ne vedremo la fonte di forza che è stata usata per lavorarlo. La vera “qualità” dell’oggetto in sé non sarà più un’etichetta che ne dimostra l’origine (doc, dop ecc.) ma si vedranno le forze vere e proprie che hanno agito e che continuano ad agire. Quando gli individui parleranno si vedranno le forze interiori che motivano il dialogo, non sarà più possibile mentire, perché la bugia sarà evidente. Il dialogo tra gli esseri sarà così diretto che molti dovranno cambiare in fretta, magari aiutati da amici. Io vi dico che accettare se stessi è il primo passo e non è per nulla facile se non vi è alla base una lunga pratica in tal senso. Ecco cosa la Scuola propone ai bambini, “educazione” “educazione alla libertà” perché appena scopre se stesso l’Uomo si trova nella condizione di DECIDERE COSA FARNE DI SE’. Questo è un fardello tremendo per chi ha sempre delegato la propria vita a religione, morale, tradizione, politica, gruppi. Oggi, volenti o nolenti, saremo tutti chiamati a questa grande sfida della libertà, dell’IO perché il pianeta stesso è maturo. Non parlo di secoli, parlo di un processo che oramai è sul punto di donare modificazione fisica al corpo fisico dell’uomo, attraverso una mutazione del DNA che darà accesso automatico ad una maggior coscienza di sé e del mondo.

Ecco cosa quindi intendo quando parlo di Scuola: uno strumento per l’avvento dell’IO, con tutti i rischi legati alla libertà tipica dell’IO, quindi con una proposta di AMORE come soluzione all’incontro tra l’IO di ogni persona con quello del prossimo.

La libertà dell’IO non significa AMORE.

L’AMORE è una delle possibili scelte dell’IO libero. Sta al singolo individuo portare l’AMORE come esempio ai bambini.

L’IO libero senza amore è già diffuso: molte sono le persone che orami vogliono decidere di se stesse senza supporti come la religione, la politica, la tradizione. Questo è un bene!

Ma una libertà senza AMORE non avrà alcun valore.

La Scuola propone l’IO con l’AMORE. Soprattutto verso i bambini ma è importante che questa corrente sia percorsa da genitori ed insegnanti nella reciprocità dei rapporti quotidiani.

Paolo Bolognesi,
Cittadella, 28 maggio 2010, venerdì.

sabato 24 aprile 2010

FARE SCUOLA

Come posso amare?
Perché dovrei amare?
Vivo anche senza amare?
Chi posso amare?
Cosa posso amare?
Io posso amare?
Senza amare vivo ugualmente?

Qui, nell’anno 2010, a Cittadella, vive una comunità raccolta attorno alla volontà di fare scuola a bambini, giovani ed adulti. Qui tutti imparano qualcosa, chi dal maestro in classe, chi dal compagno di banco, chi dal lavoro tra adulti.

La Scuola Aurora è una comunità che impara dalla vita stessa cosa è la vita. Una vita spesa ad imparare è un grande lavoro svolto per se stessi e per l’intero mondo! L’impegno all’autoeducazione continua è la base del successo come genitori ed educatori. La presenza dell’intero individuo, qui, adesso, è un obiettivo fondamentale della Scuola Aurora.

La Scuola Aurora offre ai bambini un percorso educativo, nel rispetto dei tempi delle fasi di sviluppo del loro essere: fasi fisiche, animiche e spirituali. Mentre il bimbo riceve l’esperienza della pedagogia Waldorf applicata dai Maestri in classe, l’adulto coltiva in sé e da sé il proprio essere.

La Scuola Aurora non offre maestri all’adulto.
Il maestro spirituale dell’adulto è egli stesso!

Il lavoro da svolgere è in prima persona. Ogni genitore ha l’opportunità di proporre alla comunità scolastica il “suo” lavoro. Egli, con il “suo” lavoro, maestro e responsabile di se stesso, porterà nella comunità il beneficio di tale lavoro. Rudolf Steiner può riuscire a portare un pensiero all’attenzione dell’adulto ad esempio attraverso un libro. Solo il lavoro del singolo individuo con se stesso potrà però rendere vivente partecipe presente l’elaborazione di quel pensiero reperito dalla lettura del libro.

L’adulto è una entità spirituale vivente incarnata in questo preciso tempo e luogo e qui operante insieme ad altri adulti, suoi pari.

L’adulto vivente, amante, pensante è indipendente, univoco, individuale eppure capace di incontrare… l’altro. La presenza di molti adulti sul Pianeta Terra obbliga a considerare l’ipotesi che l’incontro, visto come evento per nulla banale, debba essere un elemento di evoluzione… assai importante! Viceversa nel pianeta la vita sarebbe composta da un solo individuo… in tal caso l’elemento dell’incontro non esisterebbe. L’incontro esiste, è quotidiano innegabile ed è un fondamentale campo di lavoro per l’adulto.

Incontrarsi alla pari, produce innovazione e quindi evoluzione.
Incontrarsi senza rispettare il principio di pari reciprocità, produce soltanto scambio.

Nel primo caso l’incontro tra i due adulti avviene nella reciproca accettazione delle rispettive posizioni, dalla unione delle quali si otterrà una terza posizione, certamente innovativa poiché rispettosa delle due dalle quali è stata generata… Essa è il “figlio”, il “generato”!

Nel secondo caso, quando la reciprocità non è rispettata, vi sarà soltanto, come massimo risultato, uno scambio e quindi la vittoria di una posizione rispetto all’altra. Nulla di nuovo se non l’applicazione di qualcosa che già esisteva.

Un incontro senza “generazione” è tempo perso, come lo sono, a titolo di esempio, quei film nei quali la trama è fedele ad un percorso generale dove cambiano solo i dettagli della storia raccontata. Un esempio? Un tale vive tranquillo, incontra un cattivo, il cattivo gli fa del male, il tale riesce a chiamare aiuto, il “salvatore” (generalmente la polizia) arriva, manda il tale a farsi le prime cure, cattura il malvagio e lo punisce, il tale torna a vivere felice… La giustizia ha vinto! Centinaia di storie offrono questo percorso narrativo da anni. Non c’è evoluzione! Ogni elemento della storia ha un suo ruolo, ben definito a priori. Cambiano gli effetti speciali, gli attori, le locations ma il percorso è sempre lo stesso. Quanti sono gli adulti che felicemente “dormono” guardando questo genere di film? E’ davvero confortante accendere l’attenzione su qualcosa che sai già come andrà a finire? Io dico che semplicemente è sedativo.

Il percorso che la Scuola Aurora sta offrendo agli adulti è una “botta di vita, di coraggio, di volontà, di verità”! E’ un incontro vero tra viventi, amanti e pensanti individui. Il “Vero Salvatore” è già arrivato, circa venti secoli fa ed ha fatto il suo lavoro molto bene, una tantum! Egli ci ha lasciato in eredità la grande libertà di poter essere individui indipendenti con l’opportunità di scegliere l’amore come forza!

La saggezza, la giustizia, il diritto, il dovere, sono elementi tanto validi quanto… antichi. Ne facciamo il giusto uso poiché il salto epocale ha i suoi tempi da rispettare. L’innovazione è l’amore. La scelta tra adulti di reciprocità alla pari nel dialogo è di per sé un primo atto d’amore verso l’altro. E’ una condizione molto pesante per chi non ne è abituato, mentre è il sostegno più forte degli Uomini Liberi.

Il ruolo del Maestro Waldorf verso il bambino è perfetto nel rispetto delle fasi evolutive del bambino mentre è per nulla evolutivo tra adulti.

L’amore è una corrente di forza che genera sorprendente innovazione. Il solo fatto di intraprendere il dialogo decidendo di utilizzare come forza di base l’amore è già premessa di grandi ed inaspettati risultati. Il dialogo intrapreso su basi diverse, come “il diritto”, “il dovere”, la “giustizia”, “la saggezza”, “la tradizione”, è stato ben dimostrato, con l’avvento del Cristo, di aver fatto il suo tempo. I vangeli sono pieni di racconti che dimostrano la limitatezza delle forze antiche rispetto a quella rivoluzionaria dell’amore. La grande differenza è che l’amore è una scelta del singolo individuo, mentre le altre forze erano e sono, quando ancora applicate, scelte di gruppo. Scegliere l’amore comporta coraggio.


Ottimi riferimenti per approfondire il tema della libertà e dell’amore si trovano in “Filosofia della libertà” di Rudolf Steiner.

24 aprile 2010
Paolo Bolognesi

venerdì 16 gennaio 2009

La vita si ferma di sabato?
I frullatori sono strumenti per eleggere nuovi sindaci?
Il Cristo non frequentava e non era integrato in gruppi organizzati di lavoro. Però agiva. Cioè compiva azioni, fatti, in prima persona e immediatamente.
Per questo i Giudei perseguitavano Gesù?
Perché faceva le cose di sabato?

O semplicemente perché FACEVA? Dal vangelo di Giovanni 5,1-16.
... Dopo queste cose ci fu la festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Ora c'è a Gerusalemme la piscina, chiamata in ebraico Betesda, munita di cinque portici, sotto i quali giaceva gran quantità di ammalati, ciechi, zoppi o paralitici, in attesa del movimento dell'acqua; poiché l'angelo del Signore discendeva di tempo in tempo, nella piscina e l'acqua si agitava: allora il primo che s'immergeva, dopo il movimento dell'acqua, veniva guarito da qualsiasi infermità avesse. Lì c'era un uomo infermo da trentotto anni. Gesù, vedutolo che giaceva e sapendo che già da molto tempo vi si trovava, gli disse: "Vuoi essere guarito?". L'ammalato rispose: "Signore, io non ho un uomo che m'immerga nella piscina al primo moto dell'acqua, e mentre io vado, un altro vi discende prima di me". Gesù gli disse: "Alzati, prendi il tuo giaciglio e cammina". E in quel medesimo istante l'uomo si trovò guarito, e, preso il giaciglio, se ne andò.
Era quello un giorno di sabato, e perciò i Giudei all'uomo guarito dissero: "È sabato e non ti è permesso portar via il tuo giaciglio". Ma egli rispose loro: "Chi mi ha guarito m'ha detto: - Prendi il tuo giaciglio e cammina". Gli domandarono: "Chi è l'uomo che ti ha detto: - Prendi il tuo giaciglio e cammina?". Ma il risanato non sapeva chi fosse, perché Gesù s'era allontanato dalla folla, lì accorsa. Più tardi Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: "Eccoti guarito; non peccare più affinché non t'avvenga di peggio". L'uomo se ne andò e riferì ai Giudei che chi l'aveva guarito era Gesù. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di Sabato...


Il problema, tra i tanti, di chi si dava da fare allora in un sistema organizzato (i Giudei nel racconto evangelico) era di accettare il "fare" solo se compiuto all'interno della forma, cioè della struttura organizzata costituita. Come sempre accadde ed accadrà per le organizzazioni, ogni atto compiuto se non porta pregio all'organizzazione stessa o è ostacolato prima del nascere oppure è addirittura negato anche davanti all'evidenza (poiché si ritiene che ammetterlo possa portare forza a terzi, come altre organizzazioni ad esempio o singoli individui ma non alla propria organizzazione).
L'estremo sforzo di una organizzazione (forma costituita) per difendere la propria esistenza formale è accusare di reato l'autore di un fatto che non può essere più negato. E' proprio il caso del paralitico di Betesda. Non è possibile trovare alcuna giustificazione all'accusa rivolta a Cristo che pesi abbastanza in rapporto alla eccezionale azione della guarigione. Guarire di sabato? Dopo trentotto anni di sofferenza? Ma secondo voi ha senso perseguitare un tale solo perché di sabato produce una guarigione in un ammalato cronico? E' evidente che nessuno accetterebbe di mettere sullo stesso piano rinunciare ad una guarigione per rispettare un'usanza... "Per questo i Giudei perseguitavano Gesù? Perché faceva le cose di Sabato?" Ma non prendiamoci in giro! Era perseguitato perché riusciva a FARE, mentre tutto il sistema organizzato del potere del tempo NO.
Ho visto nella mia breve vita attuale atteggiamenti simili ai danni di innocenti, provocati dal fenomeno contrario ed opposto: il NON-FARE. Un giorno scoprii che in un asilo pubblico non arrivava il frullatore perché una fazione politica locale, contraria a quella del Sindaco in carica, voleva generare malumore nella popolazione locale verso l'amministrazione, sperando così di ottenere voti per farla decadere. Pagavano i bambini, che non potevano mangiare le verdure intere (la cuoca esperta sa bene che ai bimbi occorre frullare la verdura nelle zuppe per farla mangiare). Pagava la cuoca che, dopo aver fuso due suoi piccoli frullatori portati da casa, mi chiese aiuto spiegandomi che non poteva comperarne e bruciarne altri di tasca sua. Pagavamo noi genitori, illusi che ai nostri figli stavamo dando il meglio!
Avrebbe continuato quel paralitico a pagare per altre decine di anni, se non fosse intervenuto un Gesù Cristo a dargli una mano... di sabato? Ma cosa gli dissero i Giudei: "Hai sbagliato a lavorare di sabato!" La morale è che tu non sei dei nostri (del nostro gruppo), quindi non hai diritto di agire già in generale su certi argomenti che noi riteniamo essere di nostra esclusiva competenza, ma figuriamoci di Sabato, giorno che NOI abbiamo deciso essere di vacanza!
La vita si ferma di sabato?
I frullatori sono strumenti per eleggere nuovi sindaci?
A tutti coloro che appartengono a gruppi di lavoro, di qualsiasi genere, se vi capita di scoprire che una persona fuori dal vostro gruppo ha portato del gran bene... invece che cercare in tutti i modi di prendere possesso di ciò che ella ha compiuto o di impedire che lo compia o di impedirle di proseguire nella sua azione, accettate che il paralitico viva e cammini, anche se guarito di Sabato!